La prova del primo

#1

Premessa: chiedo venia se mi è sfuggito qualche errore.


Prefazione

A inizio febbraio, tra serie prossime alla fine e altre droppate, mi è venuta la folle idea di scrollare i cataloghi dei principali editori italiani e di prendere un po' di opere che mi incuriosivano o mi ispiravano: finalmente, dopo mesi di continui rimandi, oggi sono lieto di inaugurare questa nuova rubrica a tema manga.

Sostanzialmente tratterò del primo volume delle serie (quindi niente volumi unici), riportando la trama, accennando al lato tecnico e ai disegni, e infine esprimendo le mie impressioni sull'opera e sull'edizione italiana.


Arte

(storia e disegni di Kei Ookubo)

Trama

XVI secolo, Firenze (Italia). Arte, una ragazza di nobile famiglia, ha la passione per il disegno e aspira a diventare una pittrice, tuttavia dopo la morte del padre, sua madre si oppone al suo sogno, asserendo che non è ciò a cui una donna dovrebbe ambire, limitandosi invece a sposare un uomo e a dedicarsi ad attività più femminili. Come se non bastasse, nessuno vuole ospitarla nella propria bottega come apprendista, tranne Leo, un eccentrico maestro pittore, che seppur con riluttanza, ha voluto metterla alla prova.

Disegno

Nel complesso a livello qualitativo l’ho trovato buono, sia per i personaggi che per gli ambienti, con le prime pagine molto più dettagliate e ricche di sfumature. 

La struttura è regolare, con un mix tra vignette chiuse e aperte, mentre in termini di inquadrature, oltre alle panoramiche, si spazia dal campo medio fino ai primi e primissimi piani, arrivando anche al particolare (es. visuale su un solo occhio).

Per quanto riguarda l’ambientazione, seppur non si pretenda un’assoluta fedeltà, alcune vedute non sono prive di difetti (visuali sulla skyline un po’ povere di edifici iconici -in una manca persino Palazzo Vecchio!-) e di alcuni dettagli (la facciata del duomo non era la stessa di quella odierna).

Impressioni personali

In generale, come inizio non mi è dispiaciuto: ho particolarmente apprezzato sia i protagonisti sia le tematiche che si possono scorgere, di un certo peso nonché attuali (discriminazione, pregiudizi, negazione delle pari opportunità). Sul tema tecnico (disegno e pittura) avrei voluto riscontrare ulteriori informazioni oltre a quelle pervenute, ma spero che nei prossimi volumi venga approfondito.

Parlando dell’edizione, quella nostrana la ritengo di livello discreto, un po’ di amarezza per le prime pagine in bianco e nero (nell'originale non mi risulta, ma nella versione inglese sono a colori) e di perplessità per l’inserimento tardivo di alcune note e di qualche sporadica ma discutibile scelta di adattamento/gestione del testo nei balloon.


https://socialanime.it/store/prodotto/679



Aoi Horus no Hitomi: Dansou no Joou no Monogatari

La regina d'Egitto - L'occhio Azzurro Di Horus

(storia e disegni di Chie Inudou)

Trama

XV secolo a.C., Egitto. Una nuova era ha inizio con la nomina del faraone Thutmose II, titolo ottenuto dal principe Seti attraverso il matrimonio con la sorellastra Hatshepsut. A dispetto dell’atmosfera gioiosa e dei fastosi festeggiamenti, la ragazza è in realtà infelice, costretta a recitare un ruolo da lei indesiderato e a reprimere la sua ambizione di governare liberamente il paese in quanto donna.

Riuscirà la giovane regina a sovvertire un sistema arcaico e iniquo?

Disegno

A livello qualitativo l’ho trovato discreto-buono, altalenante sotto certi aspetti e con qualche caso di discontinuità stilistica per quanto concerne i dettagli (soprattutto degli sfondi), le ombre e l’impiego dei retini.

La struttura è prevalentemente regolare, con un mix tra vignette chiuse e aperte, e qualche scena a pagina intera o a doppia pagina.

In termini di inquadrature, le panoramiche sono assai limitate, spaziando per lo più dalla figura intera e dal piano americano, ai primi e primissimi piani, fino al particolare.

Impressioni personali

Riguardo questo titolo ho dei sentimenti contrastanti: da una parte ho apprezzato la tematica principale legata alla storia (la lotta contro una società impari nei confronti della donna), dall'altra ho trovato stridente la presenza di alcune scene dall'atmosfera leggera-comica (anche per lo stile grafico impiegato) e la caratterizzazione del primo e principale antagonista (Thutmose II), che in questo volume di debutto appare essenzialmente come immaturo, prepotente e permaloso, un personaggio che a mio dire, in contrapposizione a Hatshepsut, pare fatto apposta per essere antipatico, privo di sfumature e di un suo “fascino”.

Simpatico e interessante il capitolo extra, in cui vengono fornite alcune info sulla cultura dell’Antico Egitto (anche se, in termini di traduzione-adattamento, mi ha un po’ stranito il titolo dato ad Anubi: “dio becchino” ).

Parlando dell’edizione, quella nostrana la ritengo complessivamente di buon livello, la sovracopertina ruvida è carina alla vista, ma personalmente spiacevole al tatto da tenere durante la lettura.




Mahoutsukai no Yome

The Ancient Magus Bride

(storia e disegni di Kore Yamazaki)

Trama

In seguito al suicidio della madre e all'abbandono da parte del padre, Chise Hatori ha trascorso la propria infanzia passando da una famiglia all'altra senza però ricevere alcuna cura o affetto, indesiderata da tutti anche per il fatto di essere tra i pochi a poter vedere le creature magiche. Ormai priva di speranza, all'età di quindici anni finisce in vendita come merce presso un’asta, dove viene acquistata da Elias Ainsworth, un misterioso mago con la testa che rassomiglia a un teschio di canide. 

Finalmente con una fissa dimora e in un ambiente accogliente, si ritrova non solo ad essere la discepola di Elias, ma anche a ricevere una dichiarazione: diventare la sua sposa. Riuscirà Chise, dopo tutte le disavventure passate, ad accettare la sua natura di "Sleigh Beggy" e a riaprire il proprio cuore?

Disegno

Nel complesso a livello qualitativo l’ho trovato buono, sia per i personaggi che per gli ambienti (seppur per quest'ultimi vi sia un po’ di incostanza sia a livello di stile-forma che nella gestione dei retini), con le prime pagine molto più dettagliate e ricche di sfumature.

La struttura è prevalentemente regolare, con un mix tra vignette chiuse e aperte, e qualche scena a pagina intera e a doppia pagina. Parlando di inquadrature, oltre ad alcune panoramiche, si spazia dal campo medio/lungo fino ai primi e primissimi piani, arrivando anche al particolare.

Impressioni personali

Questo titolo, nel suo esordio, l’ho molto apprezzato: per i personaggi (i protagonisti non sono “fatti e finiti” e c’è ancora molto da conoscere sul loro passato e la loro identità/natura), per la loro evoluzione riguardo sentimenti e pensieri (ovviamente è ancora agli inizi), per l’ambientazione (tra creature mitologiche, figure del folklore e un lato magico più quieto che prorompente) e l’atmosfera, tra scene pregne di malinconia e dramma intervallate da momenti più leggeri-comici dalla funzione mitigativa.

Riguardo l’edizione nostrana l’ho trovata di qualità discreta: apprezzata la presenza della sovracopertina e dell’illustrazione a colori della prima pagina, ma per i miei gusti la rilegatura l’ho trovata un po’ rigida, tale da impedirmi di godere appieno delle illustrazioni a doppia pagina (oltretutto quella che si ha all’inizio del volume mi è parsa leggermente sfalsata).

Inoltre, sulla copertina è presente un simpatico yonkoma su Silky (la fata che si occupa delle faccende domestiche), mentre sul retro vi è una visuale su come è strutturata una specifica stanza della casa di Elias.

 




La lettura dei suddetti manga, e la conseguente stesura di questo articolo, è stata resa possibile grazie alla pubblicazione in Italia, rispettivamente, da parte di Panini Comics (Manga Planet), J-Pop e Star Comics.

Le immagini riportate in questo articolo, sono state prese da Internet o direttamente tramite scansione, ed opportunamente modificate/editate.


LeFa Drömskog Di The Ancient Magus Bride io adoro l'autrice, alla fine di ogni volume c'è un capitoletto dove racconta quello che le sta succedendo in quel periodo e sono sempre stupendi, fanno spaccare dalle risate
il 12/06/2020
Alexius de Parthenope @LeFa: non tutti gli autori lasciano una postfazione, ma se la inseriscono la leggo molto volentieri: quei pochi discorsi, quando di quotidianità, di scadenze, ma più in generale, di condivisione (anche di emozioni), o anche qualche scena per strappare un sorriso o per fornire un retroscena a noi ignoto, rendono le loro figure più "vive" e percettibili, oltre a dimostrare una certa considerazione per i lettori.
il 12/06/2020
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