Pubblicazioni su Satoshi Kon: ancora molta strada da fare

CINEMA Satoshi Kon, Il cinema visionario di uno dei più eccentrici protagonisti dell'animazione giapponese



Ho comprato il libro CINEMA Satoshi Kon (il cinema visionario di uno dei più eccentrici protagonisti dell'animazione giapponese) curioso di scoprire qualcosa di nuovo sul maestro. Per quanto Kon mi piaccia come regista e abbia visto quasi tutte le sue produzioni, non ho mai più di tanto approfondito la persona di Kon in sé, il suo modo di lavorare, etc. Quindi, quando ho scoperto di questo nuovo libro, sono rimasto piacevolmente colpito e l'ho comprato al day one.

Il libro si compone di vari saggi, articoli e interviste di vari autori, tutti italiani, che concorrono a descrivere vari aspetti di Kon e del suo lavoro, anche concentrandosi su aspetti a volte minimi.

I più attenti di voi si saranno già fatti una domanda: ma se lo hai comprato al day one perché ce ne parli solo ora che sono passati mesi? Alla fine sono solo 330 pagine, nulla di così trascendentale, o no?



Beh, devo dire che dopo averlo iniziato (e con non poco entusiasmo), mi sono reso conto che il testo aveva qualche problema. Ho fatto fatica a proseguire e dopo pagina 60 viaggiavo al ritmo di un bradipo. Cosa non funzionava? I punti critici erano molti.



Traduzioni non pervenute

Il primo che mi è saltato subito all'occhio è che uno degli autori, Enrico Azzano, non traduce gli articoli che cita, lasciandoli in lingua originale. Se sto leggendo un libro in italiano non posso trovarvi degli estratti in inglese, o, peggio, in spagnolo, che mi ritrovo a dover tradurre, senza nemmeno un aiuto a piè di pagina. Per me questa cosa è inconcepibile, perché rende un'opera che dovrebbe essere diretta a tutti, qualcosa di più complicato e per pochi. Ovvio che ormai abbiamo tutti uno smartphone e Google traduttore a portata di mano, ma questo non toglie che far sbattere al lettore il naso contro una lingua straniera, per quanto arcinota, è un mero atto di snobismo e costringe a rallentare la lettura. Posso capire l'uso di parole singole, se non si conoscono basta spulciare velocemente il dizionario, ma che ci si debba fermare ogni 5 minuti e prendere il cellulare per tradurre intere sezioni di testo, anche abbastanza cospicue, no, questo non è accettabile! Morale della favola: cari autori, tiratevela meno e traducete queste poche righe, così magari conquisterete qualche lettore in più.

Dopo questo scoglio iniziale, ho perso po' la speranza e ho accantonato la lettura, ma per fortuna durante le vacanze estive ho ritrovato il tempo e la voglia di continuarla.


Ripetitività

Peccato però che più andavo avanti più trovavo criticità, per esempio la ripetizione continua di alcuni concetti e estratti di interviste/articoli. Di per se non ci sarebbe nulla di male a ripetere un concetto per portare maggiore enfasi o per spiegarlo in maniera più approfondita/diversa. Ma se più volte durante la lettura mi ritrovo lo stesso trafiletto, uguale parola per parola, e l'autore del capitolo lo spiega nella stessa maniera dell'altro autore che stava 2 capitoli prima, la trovo solo un'enorme perdita di tempo (se non addirittura una prova di scarsa coordinazione tra gli autori e scarso intervento dei curatori). Se questo fosse avvenuto solo una volta mi sarei infastidito ma sarei riuscito a passarci sopra, peccato che capiti più volte, nello specifico 3. In tutte e tre le volte il testo citato era lo stesso (forse con qualche parola un po' diversa, probabilmente cambiava la traduzione) e l'autore faceva lo stesso commento portato in precedenza da qualcun altro.


Poca Coordinazione

Tutte queste criticità derivano da quello che mi vedo costretto a considerare, a malincuore, come un problema: troppi autori, troppo poco coordinati dai curatori. Il testo dall'indice si presenta come un lavoro diviso tra una sezione dedicata ai film di Kon, una sezione di approfondimenti e un'ultima parte dedicata alle testimonianze. Credevo sarebbe stato un lavoro per quanto possibile organico e pensato, invece mi sono ritrovato in mano un'accozzaglia di articoli scritti da 17 persone diverse e accorpati alla bene e meglio in un unico libro. Come ovvio che sia alcuni sono estremamente interessanti mentre altri meno, ma il problema è che non riescono ad amalgamarsi tra loro. Ogni autore scrive di una cosa diversa (che ovviamente ci sta) ma concentrandosi su particolari completamente diversi, e questo porta confusione. Se prima sto leggendo un'analisi di uno dei film del maestro e poi inizio un nuovo capitolo che narra di un altro film, ma in questo caso non ho un'analisi del film ma la storia di come è stato prodotto, faccio confusione. Non che la cosa non sia interessante, anzi, mi interessa molto di più il come si è arrivati al film più che i significati che l'autore voleva dare alla pellicola. Ma in questo modo io finisco la lettura del libro con una conoscenza frammentata della filmografia del regista. Di metà dei film so un concetto mentre nell'altra metà so tutt'altra cosa. Non sarebbe stato meglio concentrarsi di più su un aspetto più che dare liberà assoluta agli autori? 

Certo, se avessi avuto tra le mani l'edizione precedente, di dieci anni fa, non mi sarei mai permesso di lamentarmi di questo scarso lavoro di organizzazione interna dei contenuti, perché la prima edizione si presentava esplicitamente come un tributo all'autore, limitandosi a raccogliere quanto era già stato scritto su di lui. Ma la nuova edizione (Mimesis, 2021) si autopresenta come una silloge di saggi in cui i contenuti sono stati ripresi, rivisitati, ripensati e rielaborati. "Rispetto all'edizione precedente, quello che avete fra le mani è un altro libro", non oso immaginare come sarebbe stato leggere la prima edizione.


Punti Positivi

Ovviamente non ci sono solo aspetti negativi, anzi. Per esempio, a pagina 87 abbiamo una bellissima analisi di una sola inquadratura, descritta da Francesco Filippi riguardo il film Millennium Actress, a dir poco favolosa. Ma la parte che più mi è piaciuta è sicuramente il Capitolo 17, quello scritto da FAR (Federico Antonio Russo). Se non lo conoscete andate a scoprire chi è perché è una (se non la) migliore fonte di informazione riguardo l'animazione giapponese che abbiamo in Italia (almeno in ambito produttivo). Il suo capitolo sugli Storyboard mi ha fatto capire quanto sia grave la mia lacuna sull'argomento, ma non è stato per nulla pesante, anzi. Anche per un neofita che non ha ben presente il gergo tecnico l'autore riesce a spiegarsi in modo limpido e cristallino. Il libro vale i suoi 25 euro anche solo per queste 15 facciate.


Considerazioni Finali

Tirando le somme, questo libro ve lo consiglio? Anche se tutte le critiche che ho mosso sono veritiere devo dirvi di SI, anche e soprattutto perché non esistono (in Italia) altre pubblicazioni cartacee su Satoshi Kon. Durante la lettura vi accorgerete che tutti i 17 autori del libro sono molto preparati sull'argomento, ma dovrete riuscire a sorvolare su quelli che io considero ostacoli alla lettura: mancate traduzioni, ripetizioni e disomogeneità. Se a voi non danno fastidio tanto meglio. Nel caso lo acquistiate, vi auguro buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate dopo che lo avrete letto.

link libro


Kami   Mi dispiace sentire che questo libro sia stato fatto con poca cura... per fortuna che qualcosa di buono c'è.
Hai mai letto niente di kon? Anche come mangaka è bravissimo. Per esempio con la Stirpe della Sirena potresti conoscere qualche suo lato che dall'animazione viene trasmesso meno.
https://www.amazon.it/stirpe-della-sirena-Satoshi-Kon/dp/8822614771
il 03/09/2021
LeFa Drömskog Di kon non ho letto poi molto, dovrei recuperare Opus che mi ispira moltissimo. Tra il poco che ho letto però c'è la stirpe della sirena, che se devo dire la verità non mi è piaciuto per nulla😅
il 03/09/2021
Kami   Ognuno ha i suoi gusti, a me piace tanto 🙂
il 03/09/2021
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