
Alexius de Parthenope 4sett
Pareri a caldo sugli anime dell’inverno 2023 [Parte 3]Prima di iniziare, per prassi devo premettere che a seguire ci sono degli spoiler di varia entità.
⚠️⚠️⚠️⚠️ SPOILER ⚠️⚠️⚠️⚠️
▪ “La mia padroncina Inukai”, se al suo annuncio ero incuriosito, a visione conclusa non mi sono sentito particolarmente soddisfatto da questo adattamento, dalla regia che avrei preferito rimanesse più sulle soggettive e semi-soggettive (riprendendo la peculiare natura POV del manga) alla mancanza di mordente che traspare dalla sceneggiatura e dal ritmo di alcune scene ecchi (alcune anche mitigate/tagliate) rispetto al formato originale, nonché nel mostrare con tratto realistico, nel caso di dettagli come gli occhi, il protagonista nella sua forma canina (dettaglio che trovo abbia ulteriormente allontanato dall'originale immersività legata all'assumere la prospettiva e la parte del ragazzo-cane). Sul comparto tecnico in linea generale mi è parso un prodotto che altalena tra il discreto e il mediocre, con una certa rigidità nella realizzazione (come nel primo episodio, quando Inukai sgambetta nella vasca) e l’adozione di scelte discutibili (qualche uso delle dissolvenze incrociate nel movimento dei personaggi negli ambienti più ampi o da uno all’altro), una menzione di nota va sicuramente alle ending, registicamente simpatiche per le scene riprese dal vivo con la camera posizionata in basso;
▪ “Isekai Farming”, serie leggera e a suo modo simpatica, partito con un vibe da “survival sandbox” (seppur accompagnato da una verbosità a tratti indigesta) tra agricoltura, costruzione, cucina e artigianato, poi virato più su gestione, commercio e diplomazia. Sebbene lo abbia -tiepidamente- apprezzato, anche per un comparto tecnico tutto sommato discreto (non privo di inciampi su disegni e dettagli) in cui più volte fa capolino lo stile chibi a rimarcare la natura leggera del prodotto, non mi ha entusiasmato per diversi fattori, dal ritmo e la mole di new entry (tante -troppe- ragazze) al lato caratterizzazione e relazioni (come il rapporto tra Hiraku e Ru, ma non solo…), elementi quest’ultimi a cui non mi sembra sia stato dato particolare spazio risultando quindi superficiali o abbozzati, lasciandomi perplesso su certi sviluppi (eh? incinta? come? dove? quando?);
▪ “Un altro Ippon!”, quello sportivo è un genere che assai raramente approccio ma visto il tema delle arti marziali, addolcito da un cast femminile, ho deciso di dare una possibilità a questa serie: nel complesso sono rimasto soddisfatto, un’opera carina, leggera e che ha saputo coinvolgermi durante i confronti, apprezzabile soprattutto per il percorso di maturazione delle protagoniste con sviluppi con i piedi per terra, tra vittorie sudate -letteralmente- e sonore sconfitte. Sebbene in generale lo ritenga un prodotto godibile di discreta-buona fattura (con i suoi alti e bassi), ahimè l’ho trovato di qualità altalenante, oltre che per qualche perplessità di scrittura-sceneggiatura (talvolta mi ha dato l’impressione di avere una certa rigidità per ritmo e costruzione), anche per diverse sbavature a livello di disegni e animazioni (tipo nel settimo episodio, quando Michi salta verso la senpai e viene fermata a mezz’aria dalla responsabile del club, scena che pare una pigra trasposizione 1:1); tuttavia ha anche dei buoni aspetti, come la fotografia (per gestione delle luci e della messa a fuoco) e vari guizzi di regia (per esempio i movimenti di camera 3d e il cambio di ratio per il sogno-flashback di Himeno);
▪ “Le bestie colossali di Ars”, sinceramente pensavo di dropparlo al terzo/quarto episodio ma alla fine ho deciso di continuare per vedere dove volesse andare a parare. Se alla base ci sono diversi elementi validi (minaccia comune, conflitti tra razze, maltrattamenti, affermazione del proprio io come felicità e scopo, il tutto condito da drammi e tragedie), la sensazione che ho avuto è che ci fosse troppa carne sul fuoco, gestita e coniugata in malo modo attraverso un ritmo e una sceneggiatura discutibili (con anche parentesi anticlimatiche, per fare un esempio, durante l’invasione delle bestie all’inizio del dodicesimo episodio quando compare la signora con il cesto, tra lei e Meran avviene uno scambio di battute a mio dire alieno rispetto all’atmosfera di tensione -e il fatto che rumori e urla degli scontri siano stati soppiantati da un quieto accenno di vento non aiuta-), oltre a non essere molto convincente per mood (sia nel tentare di alternare parti più leggere-comiche con quelle più cupe, ma anche per la presenza di figure stranianti come Myaa e le sue “gemelle” -per i loro copricapi ed intercalari-) e per caratterizzazione (accenni di background a parte, per dirne una, mi ha lasciato perplesso la protagonista Kumi, soggetta ad esperimenti e brutalità ma presentata come spensierata e innocente -che per me avrebbe avuto senso solo in caso di amnesia post-traumatica o simili, ma non mi è parso questo il caso-). Tirando le somme, al netto di un comparto tecnico discreto altalenante, l’ho trovato un prodotto sostanzialmente grossolano, i cui elementi mal coniugati e sviluppi ora asettici ora “alieni”, a dispetto dei temi e delle premesse legate ad essi, ritengo abbiano inficiato nel regalare un’esperienza coinvolgente; pur considerando la sua natura originale e il cliffhanger finale, nutro dei forti dubbi sul recupero di un eventuale sequel.
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Avete visto uno o più dei succitati anime? Cosa ne pensate? Avete trovato ulteriori pregi e/o difetti? Condividete o dissentite su quanto ho espresso?
Con questa terza parte si chiude il mio recuperone degli anime invernali 2023, grossomodo ho visionato tutto ciò che avevo adocchiato ma metto in programma di recuperare le varie serie che sono state sospese e i latecast. Nell’attesa del prossimo appuntamento con il blocco primaverile, spero che questo post sia stato in qualche modo utile e che magari possa dar vita a qualche scambio di opinioni 🙂
⚠️⚠️⚠️⚠️ SPOILER ⚠️⚠️⚠️⚠️
▪ “La mia padroncina Inukai”, se al suo annuncio ero incuriosito, a visione conclusa non mi sono sentito particolarmente soddisfatto da questo adattamento, dalla regia che avrei preferito rimanesse più sulle soggettive e semi-soggettive (riprendendo la peculiare natura POV del manga) alla mancanza di mordente che traspare dalla sceneggiatura e dal ritmo di alcune scene ecchi (alcune anche mitigate/tagliate) rispetto al formato originale, nonché nel mostrare con tratto realistico, nel caso di dettagli come gli occhi, il protagonista nella sua forma canina (dettaglio che trovo abbia ulteriormente allontanato dall'originale immersività legata all'assumere la prospettiva e la parte del ragazzo-cane). Sul comparto tecnico in linea generale mi è parso un prodotto che altalena tra il discreto e il mediocre, con una certa rigidità nella realizzazione (come nel primo episodio, quando Inukai sgambetta nella vasca) e l’adozione di scelte discutibili (qualche uso delle dissolvenze incrociate nel movimento dei personaggi negli ambienti più ampi o da uno all’altro), una menzione di nota va sicuramente alle ending, registicamente simpatiche per le scene riprese dal vivo con la camera posizionata in basso;
▪ “Isekai Farming”, serie leggera e a suo modo simpatica, partito con un vibe da “survival sandbox” (seppur accompagnato da una verbosità a tratti indigesta) tra agricoltura, costruzione, cucina e artigianato, poi virato più su gestione, commercio e diplomazia. Sebbene lo abbia -tiepidamente- apprezzato, anche per un comparto tecnico tutto sommato discreto (non privo di inciampi su disegni e dettagli) in cui più volte fa capolino lo stile chibi a rimarcare la natura leggera del prodotto, non mi ha entusiasmato per diversi fattori, dal ritmo e la mole di new entry (tante -troppe- ragazze) al lato caratterizzazione e relazioni (come il rapporto tra Hiraku e Ru, ma non solo…), elementi quest’ultimi a cui non mi sembra sia stato dato particolare spazio risultando quindi superficiali o abbozzati, lasciandomi perplesso su certi sviluppi (eh? incinta? come? dove? quando?);
▪ “Un altro Ippon!”, quello sportivo è un genere che assai raramente approccio ma visto il tema delle arti marziali, addolcito da un cast femminile, ho deciso di dare una possibilità a questa serie: nel complesso sono rimasto soddisfatto, un’opera carina, leggera e che ha saputo coinvolgermi durante i confronti, apprezzabile soprattutto per il percorso di maturazione delle protagoniste con sviluppi con i piedi per terra, tra vittorie sudate -letteralmente- e sonore sconfitte. Sebbene in generale lo ritenga un prodotto godibile di discreta-buona fattura (con i suoi alti e bassi), ahimè l’ho trovato di qualità altalenante, oltre che per qualche perplessità di scrittura-sceneggiatura (talvolta mi ha dato l’impressione di avere una certa rigidità per ritmo e costruzione), anche per diverse sbavature a livello di disegni e animazioni (tipo nel settimo episodio, quando Michi salta verso la senpai e viene fermata a mezz’aria dalla responsabile del club, scena che pare una pigra trasposizione 1:1); tuttavia ha anche dei buoni aspetti, come la fotografia (per gestione delle luci e della messa a fuoco) e vari guizzi di regia (per esempio i movimenti di camera 3d e il cambio di ratio per il sogno-flashback di Himeno);
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