Alexius de Parthenope 3sett
Il videogioco di “Made in Abyss” è una trasposizione da considerare di recuperare?Da appassionato dell’opera concepita da Akihito Tsukushi, non mi era sfuggito il progetto di portare quel mondo tanto affascinante quanto pericoloso a portata di gamepad e tastiera, dando finalmente allo spettatore la possibilità di viverlo e di esplorarlo sia nei panni dei protagonisti che già conosciamo sia tramite un personaggio personalizzabile (e una storia inedita), tra la ricerca di manufatti e l’approcciare creature letali, il tutto condito da dinamiche survival e ovviamente dalla presenza dell’invisibile ma temibile “maledizione dell’Abisso”.

Nonostante il richiamo per l’avventura alla volta degli strati più profondi dell’Abisso e la tentazione di mettersi alla prova per vedere se le proprie conoscenze e capacità sono tali da superare tutte le avversità che un simile ambiente ci riserva, personalmente sono alquanto titubante nel voler approcciare questo adattamento, in primis per la veste grafica che, dalle clip e gli spezzoni che ho visionato in giro, mi sembra di una qualità a tratti anacronistica, con elementi e dettagli non molto convincenti (ad esempio per modelli e textures di diverse pareti-soffitti rocciosi e figure lignee o per evidenti contrasti di risoluzione tra superfici di varia natura), nonché per scene alquanto rigide nell’impostazione e per alcune animazioni, a cui paiono sommarsi vari problemi con l’esperienza di gioco, come un discutibile combat system (di base non mi è parso di scorgere un sistema di targeting, che in ambienti più liberi e nemici tosti -tra cui anche i boss- poteva aiutare con le armi corpo a corpo ed essere in grado di valorizzare l’esperienza di combattimento) e alcuni bug più e meno rilevanti, tutti fattori che danno l’idea di un prodotto non propriamente curato e rifinito, considerando poi il prezzo base di copertina fissato a 60€, beh, tutto ciò non invoglia particolarmente chi ricerca un’esperienza tanto emozionante per i contenuti e l’ambientazione quanto appagante a livello visivo e godibile come svago-sfida.

Che questa versione videoludica soffra per le alte aspettative derivate dall’inevitabile confronto qualitativo con i due media con cui il titolo si è fatto conoscere in giro per il mondo?

Voi cosa ne pensate? Al netto delle evidenti criticità e delle varie critiche che si leggono in giro è comunque un titolo da avere nella propria libreria di videogiochi, soprattutto per un fan di “Made in Abyss”?

Trailer (EN): https://www.youtube.com/watch?v=PUjZ86rLiqY
Trailer (JP): https://www.youtube.com/watch?v=QAywYBX-CJQ
youtube.com
Made in Abyss
TV - 2017 Estate - 13 episodi
Nella storia, un'enorme voragine chiamata "l'Abisso" è l'ultimo posto inesplorato del mondo....
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Maeda Is Life Secondo me il mondo di made in abyss offriva grandissimi spunti ed idee per realizzare un gioco decisamente accattivante, magari dando più peso all'esplorazione e alla sopravvivenza e rendendo più variegati e complessi i combattimenti, basati sulla conoscenza delle caratteristiche dei vari mostri. Tuttavia, a impressioni puramente senza pad alla mano, il titolo mi sembra piuttosto generico, con qualche buona idea, ma appiattita da poco budget e una direzione poco convinta. Il termine anacronistico ci sta decisamente 😅


In generale, negli adattamenti da anime, io prediligo le trasposizioni in titoli picchiaduro, preferendo più la strizzata d'occhio in termini più puramente fanservice su mosse e storyline, unite a meccaniche già consolidate e più indipendenti dal prodotto animato (meno male esistono sviluppatori come Arc System works). Gli altri adattamenti soffrono un po' in termini di connubio fra idee/potenzialità e la vendibilità del prodotto oltre la cerchia degli appassionati, e si rischia di trovare prodotti che non riescono a essere né buon fanservice, né titoli consistenti nel genere di appartenenza.

@Kami da un lato puramente realizzativo dissentirei, considerando le libertà che il medium videoludico offre nell'ampliare il mondo e le meccaniche insite in una serie manga/anime (in particolare con shonen da derive decisamente action e opere con un worldbuilding solido), a differenza invece delle moncature che inevitabilmente porta una trasposizione animata in termini di interpretazione di parti la cui narrazione si esprimeva in-game (mi limito agli anime, sui manga già si va in altri porti e in altre considerazioni). Tuttavia, a livello di praticità e obiettivi, è più semplice realizzare una serie animata, in quanto hanno scopi decisamente diversi, spesso pubblicitaria, nell' ampliare la popolarità di un titolo, con buoni esempi come God Eater o la serie di Atelier (che me lo ha fatto giocare e droppare, mannaggia😂), o di estensione di storyline principali e secondarie (vedesi persona 3 o Canaan). Insomma, alla fine come aspettative concordo decisamente con te.

@Alexius Un tipo di adattamento che vorrei conoscere meglio è quello legato alle VN, che è decisamente diverso e complesso in ambo i versi.
Lato anime-VN è particolare per le opzioni e la versatilità che offre, soprattutto in contesti da rom-com harem. Ho curiosità per la realizzazione di VN che estendono e danno libertà su sottotrame romantiche e route (come nel titolo legato ad Oregairu), mentre possiedo psycho-pass mandatory happiness ma mi domando come abbiano reso il titolo in VN 🤔.

Lato VN-anime, mi hanno incuriosito e confuso le diverse opzioni proposte negli adattamenti: dalla scelta di adattare fedelmente o solo (in caso di multi-route) la storyline principale, di optare per l'omnibus o per l' inventare di sana pianta una storia che contenga i temi di tutto ciò che l'opera offre. Un lavoro di tagli e scelte senz' altro complicato...

Unica cosa certa è evitare gli adattamenti in cascata, come è stato il manga del box di SteinsGate, che sinceramente rappresenta bene i problemi di un "Sunto de li sunti" 😂

3sett
Maeda Is Life L'80% della mia risposta è off-topic, mi scuso 😅😂
3sett
Alexius de Parthenope @Maeda: sul piano survival mi sembra che abbia delle discrete-buone basi tra ottenimento di materiali e oggetti (raccolta, caccia, pesca, acquisto), crafting e cucina nonché alcune dinamiche come il consumo di strumenti ed armi e la gestione dell’inventario (l’idea è di mettere nello zaino il minimo necessario per sopravvivere tenendo lo spazio libero per nuovi materiali e manufatti), anche meccaniche simpatiche come il salvataggio della partita tramite i palloni dei messaggi, su questo piano il gioco direi che è sufficiente (qualcosa in più? ci poteva anche stare, so che c’è un sistema per l’osservazione delle creature ma non so come sia strutturato né se ci sia un bestiario con eventuali punti deboli), personalmente i problemi più consistenti ritengo siano il lato combattimento e la grafica (sotto quest’ultimo aspetto includo anche l’impostazione di scena e le animazioni, ad esempio ho visto la scena dell’incontro di Riko con il Crimson Splitjaw al primo strato e a momenti l’ho trovato discutibile, se non addirittura imbarazzante).

Quello dell’adattamento VN-anime mi da l'impressione di essere purtroppo un trend in declino, ha visto il suo boom negli anni 2000 (sull’onda dei vari harem romantici, di comici e di drammatici) con relativo strascico negli anni ‘10 (con titoli comunque divenuti popolari) ma nell’ultimo periodo mi sembra aver perso d’interesse in favore dell’adattamento di giochi da cellulare (spesso JRPG) e di progetti polimediali (tipo “Engage Kiss”). Prendendo per buono l’elenco di AnimePlanet, negli ultimi 3 anni non mi sembra siano usciti dei nuovi grandi titoli al di fuori dei già noti “Higurashi” e “Muv-Luv”, e roba come “Rail Romanesque” (ambientato nell’universo di “Maitetsu”) dà la sensazione che l’animazione sia vista oggi da alcuni producer che vogliono mettere in contatto questi due medium solo come uno spazio pubblicitario su cui non vale investire nel realizzare una serie consistente dal minutaggio classico (il formato ridotto adottato per "Rail Romanesque" comunque non è una novità); a questo punto non mi rimane che sperare che “ATRI: My Dear Moments” possa un pochino smuovere le acque.

3sett
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