Alexius de Parthenope 5 mesi fa
Pareri a caldo sugli anime dell’inverno 2024 [Parte 3]Prima di iniziare, per prassi devo premettere che a seguire ci sono degli spoiler di varia entità.
⚠️⚠️⚠️⚠️ SPOILER ⚠️⚠️⚠️⚠️
▪ “Mato Seihei no Slave”, da lettore del manga non mi è sfuggita questa trasposizione animata, seppur sin dall’inizio abbia nutrito una modesta curiosità (ridimensionata già dai primi PV, in cui sembravano emergere delle pecche…), e in effetti, a visione conclusa, non mi ha convinto del tutto: se quella dell’opera originale si è per me rivelata una fruizione a suo modo gradevole e scorrevole, al contrario la versione animata l’ho trovata piuttosto claudicante, lasciandomi poco o nulla. Sul piano contenutistico è un titolo tutto sommato leggero, che coniuga un’azione caratterizzata da poteri di vario genere e un lato ecchi dove spicca la predominanza del cast femminile (destinato ad espandersi ulteriormente), il tutto sullo sfondo di drammi e crucci che interessano i vari personaggi; in termini di scrittura non mi è parsa una stagione brillante, impressione che probabilmente deriva da uno sviluppo del legame dei protagonisti non proprio sentito (specie per il duo Kyouka-Yuuki, poi nel suo piccolo, credo che quel capitolo tagliato agli inizi abbia giocato un suo ruolo nell’indebolimento strutturale) e un ritmo non sempre congeniale (frangenti con poco respiro in cui non sembra prendersi il giusto tempo, comprimendo anzi anche delle battute e i tempi comici). Sul lato tecnico è un prodotto alquanto altalenante, con i suoi alti e bassi: da una parte vi è una regia tutt’altro che monotona (tra gestione della camera, inquadrature e cambi di ratio), un chara abbastanza flessibile ed espressivo (direi in parte un’eredità dal manga) che in certi frangenti si presenta con un tratto grezzo e irregolare, nonché i suoi guizzi in termini di gestione dei colori e fotografia (anche se quest’ultima talvolta mi è parsa invadente…); dall’altra sempre la regia l’ho trovata abusare di alcuni espedienti (come il dondolio di camera) e proporre delle idee sviluppate mediocremente se non in malo modo (tipo le catene per gli split-screen o il ferma immagine per presentare un nuovo personaggio o una mossa, in cui oltre al nome viene semplicemente schiaffato sopra in semitrasparenza un layer con una texture), a cui si aggiungono cenni di rigidità sul lato dell’impostazione di scena e a momenti anche la recitazione dei personaggi e una CGI alquanto evidente (sia per la trasformazione del MC che per le creature del Mato, nonché vari oggetti ed elementi ambientali). Anche se andando avanti le cose dovrebbero farsi interessanti, sinceramente sono alquanto titubante sull’idea di recuperare il sequel, magari sulla base di nuovi PV potrei dargli una possibilità ma per il momento rimango affezionato al manga;
▪ “Mahou Shoujo ni Akogarete”, serie simpatica e a suo modo accattivante come concept (un majokko dal punto di vista degli antagonisti coniugato con un sentito fattore ecchi, tra una MC dal lato sadico, vari fetish e situazioni piccanti), peccato che a livello di scrittura e sceneggiatura sia una montagna russa, un saliscendi in cui viene compromessa la narrazione nella sua scorrevolezza e freschezza, con episodi ora ben confezionati e godibili ora invece mediocri, dove sviluppi e varie scene osé risultano sottotono o privi di mordente. Anche sul piano tecnico l’ho trovato un prodotto altalenante, con parentesi tutto sommato apprezzabili a livello di disegni (un chara espressivo con un pizzico di carattere in più grazie a delle ombre molto scure se non nere di netto) e animazioni, inframezzate da frangenti qualitativamente più scialbi nonché intaccati da una rigidità nell’impostazione di scena;
▪ “Isekai Onsen Paradise”, serie a minutaggio ridotto a tema onsen, titolo tappabuchi che ho approcciato con una certa casualità, un anime senza -particolare- infamia e senza lode; oltre a una narrazione che alterna il presente con alcuni flashback, vengono definite delle backstories attorno ai protagonisti (anche di carattere drammatico) ma personalmente, visto lo spazio limitato, credo sarebbe stato meglio se si fossero soffermati esclusivamente sulle terme in sé (i fenomeni geotermici che vi sono dietro, le proprietà benefiche, l’etichetta, eventuali curiosità, etc.). Un prodotto nel complesso discreto-mediocre a livello tecnico, non privo di sbavature in termini di impostazione di scena e disegni;
▪ “The Dangers in My Heart S2”, un seguito più o meno in linea con la prima stagione, dove lo sviluppo della relazione tra i due protagonisti viene sempre accompagnato da una comicità che ruota attorno a fraintendimenti e gag di varia natura (anche dai toni maturi, come la goliardica “chinpo battle” con tanto di commenti sulle misure 😬), dando però un ulteriore spessore ai personaggi (sullo sfondo di crucci, paure ed esitazioni) nonché spazio alla loro maturazione. Nel complesso un sequel che ho gradito, anche se di primo acchito la prima parte mi è piaciuta di più, reputandola più solida e scorrevole rispetto alla seconda, nella quale invece ho riscontrato più criticità, tra un confronto Ichikawa-Adachi che non mi ha convinto per il modo in cui è stato sceneggiato (una viva esasperazione che mal si coniuga con la prolissità e la rigidità che emergono nella scena) e varie sensazioni di claudicanza, dall’impressione che manchino dei pezzi o che certe parentesi siano state aperte senza però essere chiuse a modo, come se, riconoscendo come imprescindibili certi elementi e passaggi del manga, avessero comunque voluto inserirli senza però disporre dello spazio per gestirli al meglio. Sul lato tecnico l’ho trovato un prodotto discreto-buono con i suoi alti e bassi, con una regia tutt’altro che monotona nelle inquadrature e nella composizione della scena, una fotografia che tende a non appiattire la visuale con la gestione della messa a fuoco nonché in grado di esaltare le scene clou attraverso luci ed ombre, tutto sommato un titolo ben confezionato in termini di disegni e animazioni (giusto la CGI si percepisce in qualche scena ma non mi è parsa particolarmente invasiva), apprezzabili anche le sigle (anche se a questo giro per l’OP si è optato per qualcosa di meno astratto e figurativo, nulla da ridire sulla fattura tecnica, ma personalmente continuo a preferire visivamente e musicalmente quella della S1, mentre ho apprezzato la dolcezza di questa ED, stavolta non circoscritta alla figura di Yamada, mostrando alcune parti di vita dei due protagonisti).
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Avete visto uno o più dei succitati anime? Cosa ne pensate? Avete trovato ulteriori pregi e/o difetti? Condividete o dissentite su quanto ho espresso?
E con questa terza parte si conclude il mio recuperone della stagione inverno 2024. Il grosso di ciò che mi interessava l’ho recuperato ma per il futuro mi sono segnato da parte anche “Ninja Kamui” (per il momento attendo i sub dei BBF) e “Ishura” (visto l’ampliamento del catalogo e l’acquisizione di serie che mi interessano, stavo meditando di fare capolino su Disney+, però se la qualità dei sub è quella che ho intravisto negli screen di “The Fable”… 😶🙈).
Nell’attesa del prossimo appuntamento con il palinsesto primaverile, spero che questo post sia stato in qualche modo utile e che magari possa dar vita a qualche scambio di opinioni 🙂
⚠️⚠️⚠️⚠️ SPOILER ⚠️⚠️⚠️⚠️
▪ “Mato Seihei no Slave”, da lettore del manga non mi è sfuggita questa trasposizione animata, seppur sin dall’inizio abbia nutrito una modesta curiosità (ridimensionata già dai primi PV, in cui sembravano emergere delle pecche…), e in effetti, a visione conclusa, non mi ha convinto del tutto: se quella dell’opera originale si è per me rivelata una fruizione a suo modo gradevole e scorrevole, al contrario la versione animata l’ho trovata piuttosto claudicante, lasciandomi poco o nulla. Sul piano contenutistico è un titolo tutto sommato leggero, che coniuga un’azione caratterizzata da poteri di vario genere e un lato ecchi dove spicca la predominanza del cast femminile (destinato ad espandersi ulteriormente), il tutto sullo sfondo di drammi e crucci che interessano i vari personaggi; in termini di scrittura non mi è parsa una stagione brillante, impressione che probabilmente deriva da uno sviluppo del legame dei protagonisti non proprio sentito (specie per il duo Kyouka-Yuuki, poi nel suo piccolo, credo che quel capitolo tagliato agli inizi abbia giocato un suo ruolo nell’indebolimento strutturale) e un ritmo non sempre congeniale (frangenti con poco respiro in cui non sembra prendersi il giusto tempo, comprimendo anzi anche delle battute e i tempi comici). Sul lato tecnico è un prodotto alquanto altalenante, con i suoi alti e bassi: da una parte vi è una regia tutt’altro che monotona (tra gestione della camera, inquadrature e cambi di ratio), un chara abbastanza flessibile ed espressivo (direi in parte un’eredità dal manga) che in certi frangenti si presenta con un tratto grezzo e irregolare, nonché i suoi guizzi in termini di gestione dei colori e fotografia (anche se quest’ultima talvolta mi è parsa invadente…); dall’altra sempre la regia l’ho trovata abusare di alcuni espedienti (come il dondolio di camera) e proporre delle idee sviluppate mediocremente se non in malo modo (tipo le catene per gli split-screen o il ferma immagine per presentare un nuovo personaggio o una mossa, in cui oltre al nome viene semplicemente schiaffato sopra in semitrasparenza un layer con una texture), a cui si aggiungono cenni di rigidità sul lato dell’impostazione di scena e a momenti anche la recitazione dei personaggi e una CGI alquanto evidente (sia per la trasformazione del MC che per le creature del Mato, nonché vari oggetti ed elementi ambientali). Anche se andando avanti le cose dovrebbero farsi interessanti, sinceramente sono alquanto titubante sull’idea di recuperare il sequel, magari sulla base di nuovi PV potrei dargli una possibilità ma per il momento rimango affezionato al manga;
▪ “Mahou Shoujo ni Akogarete”, serie simpatica e a suo modo accattivante come concept (un majokko dal punto di vista degli antagonisti coniugato con un sentito fattore ecchi, tra una MC dal lato sadico, vari fetish e situazioni piccanti), peccato che a livello di scrittura e sceneggiatura sia una montagna russa, un saliscendi in cui viene compromessa la narrazione nella sua scorrevolezza e freschezza, con episodi ora ben confezionati e godibili ora invece mediocri, dove sviluppi e varie scene osé risultano sottotono o privi di mordente. Anche sul piano tecnico l’ho trovato un prodotto altalenante, con parentesi tutto sommato apprezzabili a livello di disegni (un chara espressivo con un pizzico di carattere in più grazie a delle ombre molto scure se non nere di netto) e animazioni, inframezzate da frangenti qualitativamente più scialbi nonché intaccati da una rigidità nell’impostazione di scena;
▪ “Isekai Onsen Paradise”, serie a minutaggio ridotto a tema onsen, titolo tappabuchi che ho approcciato con una certa casualità, un anime senza -particolare- infamia e senza lode; oltre a una narrazione che alterna il presente con alcuni flashback, vengono definite delle backstories attorno ai protagonisti (anche di carattere drammatico) ma personalmente, visto lo spazio limitato, credo sarebbe stato meglio se si fossero soffermati esclusivamente sulle terme in sé (i fenomeni geotermici che vi sono dietro, le proprietà benefiche, l’etichetta, eventuali curiosità, etc.). Un prodotto nel complesso discreto-mediocre a livello tecnico, non privo di sbavature in termini di impostazione di scena e disegni;
▪ “The Dangers in My Heart S2”, un seguito più o meno in linea con la prima stagione, dove lo sviluppo della relazione tra i due protagonisti viene sempre accompagnato da una comicità che ruota attorno a fraintendimenti e gag di varia natura (anche dai toni maturi, come la goliardica “chinpo battle” con tanto di commenti sulle misure 😬), dando però un ulteriore spessore ai personaggi (sullo sfondo di crucci, paure ed esitazioni) nonché spazio alla loro maturazione. Nel complesso un sequel che ho gradito, anche se di primo acchito la prima parte mi è piaciuta di più, reputandola più solida e scorrevole rispetto alla seconda, nella quale invece ho riscontrato più criticità, tra un confronto Ichikawa-Adachi che non mi ha convinto per il modo in cui è stato sceneggiato (una viva esasperazione che mal si coniuga con la prolissità e la rigidità che emergono nella scena) e varie sensazioni di claudicanza, dall’impressione che manchino dei pezzi o che certe parentesi siano state aperte senza però essere chiuse a modo, come se, riconoscendo come imprescindibili certi elementi e passaggi del manga, avessero comunque voluto inserirli senza però disporre dello spazio per gestirli al meglio. Sul lato tecnico l’ho trovato un prodotto discreto-buono con i suoi alti e bassi, con una regia tutt’altro che monotona nelle inquadrature e nella composizione della scena, una fotografia che tende a non appiattire la visuale con la gestione della messa a fuoco nonché in grado di esaltare le scene clou attraverso luci ed ombre, tutto sommato un titolo ben confezionato in termini di disegni e animazioni (giusto la CGI si percepisce in qualche scena ma non mi è parsa particolarmente invasiva), apprezzabili anche le sigle (anche se a questo giro per l’OP si è optato per qualcosa di meno astratto e figurativo, nulla da ridire sulla fattura tecnica, ma personalmente continuo a preferire visivamente e musicalmente quella della S1, mentre ho apprezzato la dolcezza di questa ED, stavolta non circoscritta alla figura di Yamada, mostrando alcune parti di vita dei due protagonisti).
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Avete visto uno o più dei succitati anime? Cosa ne pensate? Avete trovato ulteriori pregi e/o difetti? Condividete o dissentite su quanto ho espresso?
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